A bocca chiusa di Stefano Bonazzi
Stefano Bonazzi ha gi� scritto due libri eppure io non lo conoscevo. Quando ci ha contattato mi ha incuriosito l’argomento del suo libro e una volta iniziato a leggerlo non sono riuscita a staccarmi se non all’ultima pagina.
Quando non era un orco, ai miei occhi nonno appariva come quei grossi cani randagi che mordono e abbaiano sempre a tutti. Quelli che bisogna legare alla catena e poi, ogni volta che devi uscire in cortile per sfamarli, ti fanno sobbalzare dalla paura, anche se loro ti limitano a fissarti, standosene immobili fino alla recinzione. Tu lo sai che c� la catena di metallo fra te e loro, sai che non possono farti nulla finch� ti tieni a distanza, eppure non vedi lora di andartene da quel dannato cortile per chiuderti il cancello alle spalle.
Spesso facevo degli incubi in cui quella catena si spezzava.
Noi tutti insegniamo ai nostri bambini a non parlare con gli sconosciuti, spesso per� il cattivo non � un estraneo ma qualcuno che vive sotto il nostro tetto.
Con questo romanzo, che mi ha imprigionato sin dalle prime righe, Stefano Bonazzi, in modo duro e atroce, ci porta direttamente dentro una di queste case, abitate dall’orrore. Nello squallido palcoscenico di una qualunque periferia di una qualsiasi citt� sommersa dal cemento, in una calda estate assolata, un bambino sta disegnando su di un foglio un bellissimo camion da regalare al nonno. Poco dopo quel foglio si trasforma in un ammasso di colore rosso, simbolo della rabbia che trasforma il nonno in un orco, in un mostro a cui lui non pu� sottrarsi e con cui � costretto a vivere, giorno dopo giorno, in quella che diventa la sua prigione. Mentre le persone intorno a loro fanno finta di non sapere, il rapporto tra i due diventa sempre pi� morboso e pericoloso, fino a quando il male che � dentro il nonno non contagia anche il bambino, segnandolo per sempre.
Un romanzo crudo fatto di desolazione, solitudine e sofferenza. Un romanzo che racconta il Male, quello vero, quello che purtroppo non ha il Bene come contraltare, quello che quando tocca qualcosa lo trasforma. Per sempre. Un romanzo che non lascia indifferenti, sia per il tema affrontato, sia per la scrittura, che ha saputo farmi vivere sotto la pelle di quel bambino, rinchiuso su di un balcone bruciato dal sole, e in seguito nella mente disturbata del giovane che quel bambino � diventato. Una lettura difficile e dolorosa di una favola nera che, purtroppo, non � molto lontana da certe realt�. Consigliato a chi non ha paura di guardare in faccia il Male.