La vita uccide in prosa di Hans Tuzzi
1988, Milano. Il vicequestore Norberto Melis deve risolvere un caso all’apparenza inspiegabile: un anonimo impiegato del catasto � stato ucciso a colpi di pistola nel giardino di casa. L’uomo, vedovo da pochi anni, viveva insieme al vecchio padre in una una villetta non lontana dal Parco Lambro, non aveva nemici e non risultano legami con la malavita locale. Per giorni l’indagine langue; impossibile per Melis e i suoi uomini dare un senso a quanto accaduto.
Scavando sempre pi� a fondo nella vita della vittima vengono per� a galla alcuni aspetti inquietanti, primo fra tutti l’anziano malato di Alzheimer trovato in casa, non � chi dovrebbe essere. Nonostante i numerosi interrogatori e le incessanti ricerche il vicequestore Melis non riesce ad intravedere la conclusione dell’indagine, sino a quando non ha un intuizione che finalmente gli fa imboccare la strada giusta.
Comunque non troverai mai la verit� se non sei disposto ad accettare anche quello che non ti aspetti.
Mi � piaciuto
Un bel giallo ambientato nella Milano degli anni ottanta che non � solo un giallo perch� il romanzo regala divertenti inserimenti di dialoghi nei vari dialetti, numerose citazioni e pagine dedicate alle dissertazioni linguistiche, come ad esempio quella sulle pronunce dubbie. Una storia che parte lenta, che ti fa imboccare strade diverse tutte senza uscita e poi riesce a sorprenderti, anche nelle ultime due righe finali.
Voto: 4/5
Titolo La vita uccide in prosa
Autore Hans Tuzzi
Paese Italia
Editore Bollati Bolinghieri, 2018
Numero pagine 152
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